Il Covid-19 ha evidenziato la centralità della telemedicina non solo per le persone ma anche per i nostri amici a quattro zampe. In realtà la pandemia ha solo accelerato la diffusione di un fenomeno che era già in atto da tempo.
La premessa fondamentale è che la telemedicina, soprattutto in ambito veterinario, non può in alcun caso sostituirsi ad una visita in presenza. Può però integrarsi molto bene nell’attività clinica perché consente un primo approccio terapeutico, in base al quale indirizzare il paziente, nei tempi e modi ritenuti opportuni, a una specifica struttura di riferimento.
Può permettere, inoltre, di individuare un sistema eccellente di controllo dei pet affetti da patologie croniche, con il grande vantaggio di evitare spostamenti ai famigliari e soprattutto agli animali, riducendo lo stress da trasporto e da permanenza negli ambulatori e nelle cliniche.
La telemedicina veterinaria può essere un’ottima modalità per fare divulgazione, fornire consigli personalizzati sulla gestione domestica di specie non convenzionali, effettuare consulenze nutrizionali per gli animali e altre specie, o di medicina integrata in stretta collaborazione con il proprio veterinario.
Molti medici veterinari esperti in comportamento stanno cominciando ad integrare questo tipo di approccio terapeutico nella loro pratica clinica nei casi dove ciò è possibile. In generale, la telemedicina rappresenta un ottimo strumento di prevenzione che consente di anticipare futuri problemi o di intervenire precocemente, intercettando tutte quelle situazioni in cui i sintomi iniziali potrebbero essere ignorati o non adeguatamente considerati.